Orientamento – La scuola come strumento per prepararsi alla vita 📓
Troppo spesso accade che i ragazzi, quotidianamente immersi in un vortice di incombenze e preoccupazioni di natura prettamente didattica, fatto di nozioni da memorizzare e di voti da raggiungere, finiscano per limitare il proprio sguardo su un campo visivo estremamente limitato, trascurando, invece, la realtà circostante. Il risultato? Giovani spaventati e confusi che, alla fine del proprio percorso formativo, si ritrovano in un mondo troppo grande e caotico per loro, privi di quegli strumenti necessari per orientarsi nella vita vera, inconsapevoli dei propri talenti e, di conseguenza, del tutto ignari di quale sia l’irripetibile contributo che essi, e soltanto essi, possono offrire al mondo.
Gli insegnamenti disciplinari non sono il fine, ma il mezzo. Questo deve essere chiaro ad insegnanti e studenti. Non sempre si riesce a rispondere alla fatidica domanda “che senso ha studiare ancora greco e latino?”. Il loro studio acquisisce senso ai nostri occhi, solo nel momento in cui ci rendiamo conto che i temi che vi emergono ci riguardano in prima persona, che le riflessioni che possiamo trarne hanno un’utilità pratica, concreta nella nostra vita.
Quando gli studenti riescono a capire che queste discipline ci parlano dell’uomo, della società, dei dilemmi esistenziali che tutti affrontiamo, allora il loro studio acquista un senso concreto. L’educazione non riguarda solo il “come fare” ma il “perché fare”, aiutando i ragazzi a sviluppare un pensiero critico che li prepari ad affrontare le sfide della vita.
Come rendere visibile il legame tra le discipline e la vita vera per aiutare i ragazzi ad orientarsi? In che modo possiamo aiutare gli studenti a vedere che le conoscenze acquisite a scuola non sono fini a se stesse, ma strumenti per orientarsi in un mondo sempre più complesso? Quali strategie possiamo adottare per mostrare che ogni materia contribuisce a formare una visione critica e consapevole della realtà, aiutando i giovani a diventare protagonisti di una società che richiede competenze, riflessioni e responsabilità❓

Una prima riflessione. Uno dei punti della tradizione umanista dei Gesuiti era quello di studiare i grandi classici del mondo latino e greco, leggendo direttamente il testo (e non riassunti o sintesi), Erano convinti che attraverso la lettura diretta dei classici emergessero le grandi questioni dell'uomo, del senso della sua esistenza anche insieme agli altri... Essi erano l'occasione per porsi queste grandi domande all'interno del lavoro didattico. Oggi come si possono suscitare queste riflessioni di senso sulle grandi questioni dell'umanità?